1885 IMPIEGO DI ENERGIE RINNOVABILI PER FORNIRE DI ACQUA POTABILE IL PAESE
LA SOCIETÀ ITALIANA CONDOTTE D’ACQUA REALIZZA UN IMPIANTO DI CAPTAZIONE E DI SOLLEVAMENTO CHE SFRUTTA L’ENERGIA RINNOVABILE FORNITA DALL’ACQUA DEL FOSSO PER AZIONARE UNA TURBINA MODELLO GIRARD CHE AZIONA A SUA VOLTA POMPE IDRAULICHE PER PORTARE ACQUA POTABILE AL PAESE SITO PIÙ IN ALTO
UN ESEMPIO DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE DI FINE OTTOCENTO
L’impianto realizzato nel 1885 dalla società Italiana Condotte d’Acqua per fornire l’abitato di Grotte di Castro di acqua potabile (inaugurato nel 1886 con l’apertura, all’ingresso del paese, della “Fontana Grande”) rappresenta – come alcuni resti di archeologia industriale ancora testimoniano - un esempio di applicazione virtuosa di energia rinnovabile per produrre la pressione necessaria a superare il dislivello (cir- ca 120 mt.) tra quota della sorgente (in basso nella valle in località le Mulina) e l’abitato sito più in alto.
Fu utilizzata infatti l’energia fornita da un salto d’acqua di mt. 10,61 del Fosso delle Molina che convogliava l’acqua di alcune sorgenti, e quelle reflue di compluvio della valle, per azionare una turbina Girard che a sua volta azionava, tramite movimento a biella, due pompe idrauliche a stantuffo che fornivano la prevalenza necessaria a superare il dislivello, fornendo al paese circa 3lt. di acqua potabile al secondo tramite una tubatura di 19 cm. di diametro interno. L’acqua non era distribuita nelle case, ma raggiungeva la grande mostra d’acqua con cisterna, ancora esistente all’ingresso del paese e successivamente due fontanelle pubbliche di cui una nella piazza antistante la chiesa di S. Giovanni.
Sono ancora visibili alcuni tratti (in par- te evidenziati in colore rosso) del tubo di portata dell’acqua potabile al paese e le opere di captazione e regimentazione delle acque per azionare le pompe ospitate in due piccole costruzioni. Si riconoscono la soglia a sfioro da cui era prelevata l’acqua del fosso che, governata da chiuse, fluiva tramite un vero e proprio acquedotto coperto in muratura, in una condotta forzata in tubo di acciaio di forte diametro (ancora visibile) che con un salto di oltre 10 mt. si infilava sottoterra a raggiungere la turbina collocata al piano inferiore di una piccola costruzione. Le pompe erano ospitate nella parte alta della costruzione e da loro partiva (ancora visibile) la tubatura di piccolo diametro che portava l’acqua potabile (prelevata a gravità da una sorgente posta 300 mt. a monte delle pompe) al paese. Le opere di prelievo di acqua potabile dalla sorgente fino alle pompe non sono visibili perché coperte dalla vegetazio- ne e poste sull’altra riva del fosso.
NOTE TECNICHE
LA SOCIETÀ ITALIANA CONDOTTE D’ACQUA REALIZZA UN IMPIANTO DI CAPTAZIONE E DI SOLLEVAMENTO CHE SFRUTTA L’ENERGIA RINNOVABILE FORNITA DALL’ACQUA DEL FOSSO PER AZIONARE UNA TURBINA MODELLO GIRARD CHE AZIONA A SUA VOLTA POMPE IDRAULICHE PER PORTARE ACQUA POTABILE AL PAESE SITO PIÙ IN ALTO
UN ESEMPIO DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE DI FINE OTTOCENTO
L’impianto realizzato nel 1885 dalla società Italiana Condotte d’Acqua per fornire l’abitato di Grotte di Castro di acqua potabile (inaugurato nel 1886 con l’apertura, all’ingresso del paese, della “Fontana Grande”) rappresenta – come alcuni resti di archeologia industriale ancora testimoniano - un esempio di applicazione virtuosa di energia rinnovabile per produrre la pressione necessaria a superare il dislivello (cir- ca 120 mt.) tra quota della sorgente (in basso nella valle in località le Mulina) e l’abitato sito più in alto.
Fu utilizzata infatti l’energia fornita da un salto d’acqua di mt. 10,61 del Fosso delle Molina che convogliava l’acqua di alcune sorgenti, e quelle reflue di compluvio della valle, per azionare una turbina Girard che a sua volta azionava, tramite movimento a biella, due pompe idrauliche a stantuffo che fornivano la prevalenza necessaria a superare il dislivello, fornendo al paese circa 3lt. di acqua potabile al secondo tramite una tubatura di 19 cm. di diametro interno. L’acqua non era distribuita nelle case, ma raggiungeva la grande mostra d’acqua con cisterna, ancora esistente all’ingresso del paese e successivamente due fontanelle pubbliche di cui una nella piazza antistante la chiesa di S. Giovanni.
Sono ancora visibili alcuni tratti (in par- te evidenziati in colore rosso) del tubo di portata dell’acqua potabile al paese e le opere di captazione e regimentazione delle acque per azionare le pompe ospitate in due piccole costruzioni. Si riconoscono la soglia a sfioro da cui era prelevata l’acqua del fosso che, governata da chiuse, fluiva tramite un vero e proprio acquedotto coperto in muratura, in una condotta forzata in tubo di acciaio di forte diametro (ancora visibile) che con un salto di oltre 10 mt. si infilava sottoterra a raggiungere la turbina collocata al piano inferiore di una piccola costruzione. Le pompe erano ospitate nella parte alta della costruzione e da loro partiva (ancora visibile) la tubatura di piccolo diametro che portava l’acqua potabile (prelevata a gravità da una sorgente posta 300 mt. a monte delle pompe) al paese. Le opere di prelievo di acqua potabile dalla sorgente fino alle pompe non sono visibili perché coperte dalla vegetazio- ne e poste sull’altra riva del fosso.
NOTE TECNICHE
- La Società Italiana Condotte d’Acqua con sede in Piazza Montecitorio n° 121 (non è specificato Roma) fece costruire le macchine impiegate (condotte forzate, turbina, pompe...) dalla milanese “CERIMEDO & C - Stabilimento Meccanico all’Elvetica”
- Installazione pompe a quota 319,85
- Turbina Girard da 10,80 cavalli assoluti coppia di pompe orizzontali a doppio effetto
- Prelievo di acqua potabile dalla sorgiva situata nel fosso presso il fondo De Biagi presso la prima Mola traversata dal canale (part. 2044) 347mt. arrivo alle pompe a quota 345 mt.
- L’arrivo a Grotte di Castro è a quota 467 mt.
- Conduttura di alimentazione porta- ta lt. 3,20 al sec.